Cos’è il ritardo di linguaggio?
Innanzitutto è sempre bene tenere a mente che ogni bambino è diverso dagli altri.
Nello specifico, per quanto riguarda lo sviluppo linguistico, è ormai noto che ogni bambino acquisisce il linguaggio con modalità, tempistiche e strategie di apprendimento diverse. All’interno di questa grande variabilità si possono però riconoscere alcune tappe regolari, che ogni individuo raggiunge all’incirca nello stesso periodo, come ad esempio la comparsa delle prime parole verso i 12 mesi, il raggiungimento della soglia delle 50 parole intorno ai 18 mesi, la capacità di associare due parole a 24 mesi e così via.
I bambini che non rispettano queste fasi di sviluppo vengono definiti late talkers o parlatori tardivi (Rescola, Alley, 2001). Questi bambini presentano quindi un ritardo di linguaggio, che di per sé non è una condizione clinica, ma in alcuni casi rappresenta la manifestazione di un disordine emergente.
Le due principali forme di ritardo di linguaggio sono:
- Espressivo: il bambino non presenta problemi a livello di comprensione, ma lo sviluppo lessicale e di costruzione della frase risulta rallentato.
- Misto: il bambino fa difficoltà sia a comprendere che a produrre parole e frasi.
Numerose evidenze dimostrano che il 70-80% dei bambini parlatori tardivi migliorano le abilità espressive entro i 3 anni, in questo caso si parla di late bloomers (bambini che fioriscono più tardi).
Attenzione però a non sottovalutare la presenza di un ritardo di linguaggio in quanto può rappresentare il campanello d’allarme di difficoltà quali un’importante disprassia, sordità, disturbi dello spettro dell’autismo, ritardo cognitivo ed altro.
Aspettare e vedere cosa succede oppure intervenire?
Molti bambini che presentano un ritardo di linguaggio, pur migliorando, continueranno ad avere delle difficoltà, che talvolta evolvono in un vero e proprio Disturbo del Linguaggio.
Aspettare che un disturbo diventi evidente significa perdere tempo preziosissimo. Risulta particolarmente importante identificare precocemente un bambino parlatore tardivo, così da comprendere se il ritardo iniziale è transitorio oppure se è necessario supportare lo sviluppo attraverso l’aiuto di un professionista.
Come capire se è il caso di rivolgersi ad un professionista?
È molto importante prestare attenzione ai segnali. Di seguito vengono elencati alcuni degli indicatori che possono far pensare ad un ritardo di linguaggio:
- Assenza di lallazione a 10 mesi.
Inizialmente dovrebbe comparire intorno ai 7 mesi la lallazione canonica, ovvero la ripetizione continuativa della stessa sillaba (ma-ma-ma-ma) e successivamente la lallazione variata (pa-pa-te).
- A 24 mesi il bambino presenta un lessico povero, produce meno di 50 parole.
- Intorno ai 30 mesi si nota l’assenza di frasi composte da due parole (capacità combinatoria).
In conclusione
Come si è visto per alcuni bambini l’acquisizione del linguaggio risulta essere un processo lento e complesso, in questi casi è preferibile rivolgersi ad un professionista.
Il logopedista possiede le competenze per effettuare l’esame del linguaggio del bambino e valutare se sia opportuno iniziare un percorso di stimolazione. Talvolta non è necessario un trattamento diretto, ma è possibile aiutare il bambino semplicemente mettendo in atto degli accorgimenti nelle attività di vita quotidiana, tenendo monitorati i progressi del piccolo.
Non preoccuparti…. Occupati!